Chi non scrive non piglia pesci "Protagonisti i bambini di Orbetello"

Il 17 maggio 2014, ad Orbetello, si è tenuta la premiazione del concorso di scrittura per bambini “Chi non scrive non piglia pesci!”, un progetto ideato da Irene Lizzulli e attuato da Insidefishing e la Cooperativa La Peschereccia. Risultato di un percorso didattico portato a termine negli istituti scolastici delle elementari e medie del territorio dalla dott.ssa Irene Lizzulli di Itinere e dal Maresciallo Ivan Poccia della Capitaneria di Porto, l’iniziativa ha riscosso uno straordinario successo attraverso lo svolgimento di lezioni che hanno avuto per tema la pesca sportiva come salvaguardia dell’ambiente, la sicurezza in mare e il territorio.

I ragazzi, a seguito delle didattiche affrontate, hanno realizzato dei testi scritti sul “Senso della pesca” mettendo nero su bianco racconti e semplici frasi anche in rima. Il risultato dei lavori pervenuti è stato ottimo.

In occasione della cerimonia di premiazione, alla presenza delle autorità comunali e dei componenti della giuria (composta dalla giornalista Antonella Monti, dalla scrittrice Irene Piro, dal nostro Silvio Smania, dal Presidente della Cooperativa La Peschereccia Pierluigi Piro e dal Maresciallo Ivan Poccia della Capitaneria di Porto), sono stati assegnati i premi suddivisi tra individuali e di classe.

Per i primi cinque, a cui sono stati consegnati due biglietti omaggio per l’ingresso all’acquario di Genova, si sono distinti Carolina Costanzi della classe II media con “L’attesa”, Benedetta Terramoccia della I media con “Io amo il mare”, Alberto Capannini della V elementare con “Arturo e il nonno in un giorno di pesca”, Francesco Nulli della classe IV elementare con “Una giornata di pesca”, e Tobia Marconi della III elementare con “Il mistero dei pesci scomparsi”.

I premi collettivi sono invece stati così assegnati: alla V elementare di Fonteblanda con “Un tenero pescatore”, alla III/b elementare di Albinia con “Ritorno a mani vuote” e alla IV elementare di Fonteblanda con “L’amor della pesca”, è stata assegnata una visita didattica alla cooperativa dei Pescatori di Orbetello. Un premio speciale consistente in una gita in battello sulla laguna di Orbetello è stato invece assegnato alla I elementare di Orbetello Scalo con il testo “Il senso della pesca: penso, ricordo, immagino, sogno...

Le due targhe rappresentative per i migliori scritti sono invece state assegnate alla classe II media di Orbetello, prima classificata con “Passione-pesca”, e alla III elementare di Albinia (seconda classificata) con “L’appello”.

Un plauso va rivolto ai veri protagonisti di questa iniziativa, i bambini che ancora una volta hanno saputo sorprenderci con la loro spontaneità e unicità.

 

 

Ecco i testi integrali degli scritti a cui sono stati assegnati i riconoscimenti sopra dettagliati…

 

“L’attesa”

Assetto abbastanza leggero, giornata soleggiata con vento…

Quindi? Mi piazzo sulla sponda battuta dal vento e... aspetto.

Rifletto, aspetto e penso che la cosa più importante sia credere sempre nell’esca che si usa..

Però stavolta ci credo troppo! Guardo l’acqua e immagino ciò che accade lì sotto: splendide creature instancabili nuotano la loro danza in un vortice incessante.

Eleganti guizzano specchiandosi nel sole che trafigge lo specchio d’acqua.

Le intravedo sotto la superficie, ma oggi credo che dovrò aspettare un bel po’ prima di incontrarle.

L’attesa è un tempo meraviglioso in cui mi riconcilio con la natura e con il mondo.

Guardo alla mia destra e vedo, qualche metro più in là il mio amico Andrea assorto nei suoi pensieri.

Questo mi ricorda le nostre uscite da ragazzi, quando facevamo le foto e pescavamo fianco a fianco tra risate e consigli.

Ecco, forse proprio per questo ho deciso di riprendere a pescare: oltre che per un bisogno ancestrale, per provare ancora quelle emozioni. Oggi, però, senza sacrificare i “poveri” pesci, nel rispetto della natura e dell’ambiente, praticando la pesca sportiva!

D’improvviso un guizzo mi distoglie dai pensieri, una splendida orata ha abboccato.

E’ un attimo!

Averla tra le mani è un’emozione grandissima. Eccola  con il suo testone inconfondibile, con la fascia d’oro proprio sopra gli occhi e i suoi labbroni biancastri.

Le scaglie lucide e brillanti, battute dal sole, mi abbagliano e mi gratificano. Si dimena per il suo istinto di sopravvivenza e non sa che di lì a poco potrà di nuovo tuffarsi in laguna.

Le sue branchie cercano convulse l’acqua. L’idea di rilasciarla mi mette di buon umore e mi fa sentire in pace con me stesso Un momento ancora e poi tornerai libera: libera di nuotare, di riprodurti, di vivere.

 

Carolina Costanzi (13 anni)

Istituto Comprensivo Scolastico G. Civinini di Albinia - Scuola media - classe 2^ A

 

 

 

Io amo il mare

Io amo il mare. Fin da piccola ho visto il mio nonno prepararsi per la pesca: un paio di stivaloni gialli, una tuta da sci arancione, maglione e pile sotto la giacca blu… Poi aspettavo con ansia il suo ritorno perché quando usciva pronunciava sempre queste parole: Questa sera si mangia pesce fresco che contiene tanto fosforo e fa bene al cervello!!

Le più volte, però, non portava niente. Allora pensavo: Che delusione!

Ma lui invece sorridente e pieno di entusiasmo mi diceva: Ho passato una giornata fantastica, il mare era splendido!

Io mi scervellavo di capire: non ha pescato neanche un pesce ed è così contento, come è possibile?

Poi il giorno tanto atteso è arrivato…..anche per me.

Era il mio quinto compleanno, ero emozionatissima, ed anche un po’ agitata. Non vedevo l’ora di aprire quella cassettina magica, potevo finalmente armeggiare con fili, ami ed esche.

Ricordo che siamo usciti in barca di buon mattino. Il blu intenso del mare spiccava e si mescolava con il bianco delle piccole onde mentre il sole si rispecchiava delicatamente sull’acqua e sotto quello scintillio vedevo nuotare una miriade di pesci.

Ci posizionammo  e nel giro di pochi minuti sentii la mia canna diventare più rigida: una sensazione bellissima e anche difficile da descrivere. Sentivo lo stomaco in subbuglio e il cuore che batteva forte. Aveva  però abboccato un pesce troppo piccolo. Rimesso in libertà, aspettiamo…

L’atmosfera era magica, il calore dei raggi del sole ci abbracciava, ci avvolgeva la pace, si respirava aria buona.

Aspettiamo..

Il paesaggio, potete immaginare… meraviglioso ed i colori sembravano quella mattina più vivi e lucenti.

Aspettiamo…

Da quel momento ho capito perché anche se tornava a casa a mani vuote era come se avesse vinto la lotteria!

 

Benedetta Terramoccia (11 anni)

Istituto Comprensivo Don Luigi Milani di Orbetello - Scuola media - Neghelli classe 1^ B

 

 

 

"Arturo e il nonno in un giorno di pesca"

Ciao mi chiamo Orlano e lui è il mio nipotino Arturo.

Arturo ha 11 anni, va in 5 elementare, ieri è venuto con me al lago di Garda a pescare un po’.

Quando stavo per l’amo Arturo di colpo mi fermò e gli chiesi: “Perché mi hai fermato?”

Lui mi rispose: “cosa stai facendo!? L’amo può ferire il pesce! Lo sai che a scuola è venuta la Guardia Costiera e ci ha detto che è molto importante non ferire il pesce? Se lo ferisce il pesce può morire, se muore potrebbe diventare una specie in via di estinzione.

E’ meglio che usi un pesciolino di gomma, così non ferisci il pesce e lui non morirà!”.

Sono rimasto colpito da quello che mi ha detto mio nipote.

D’ora in poi non ucciderò più i pesci, quando pescherò un pesce lo peserò e lo ributterò in laguna, non userò più gli ami ma i pesciolini di gomma.

 

Alberto Capannini (11 anni)

Scuola Primaria di Orbetello Scalo - classe 5^

 

 

 

Una giornata di pesca

Era prima mattina e stavo nuotando nelle placide acque salmastre della laguna.

Stavo giusto cercando qualcosa con qui fare colazione, quando vidi un bel bocconcino che aveva un aria molto invitante e succulenta.

Così mi avvicinai e, quatto quatto, in un sol boccone, me lo mangiai.

A un certo punto il bocconcino iniziò a tirare, ma a tirare così forte, che mi tirò fuori dall’acqua.

Vidi che il bocconcino era legato a un filo, che a sua volta era legato a uno strano arnese tenuto in mano da un umano.

Avevo tanta paura quando la mano bagnata di quell’uomo mi afferrò e mi scattò una foto poi…svenni.

Dopo non so quanto tempo mi risvegliai e sentì che la sua mano mi stava scuotendo avanti e indietro nell’acqua come se fossi su un altalena, pensai, ma che cosa vuole da me?

Dopo un po’ mi lasciò fortunatamente andare e cosi potei riprendere a respirare sott’ acqua. Spaventato mi misi subito a nuotare più veloce che potevo.

Arrivato a casa raccontai ai miei genitori la mia disavventura.

Mentre raccontavo mi resi conto che forse quell’uomo non era cattivo e che mi aveva pescato solo per vedermi più da vicino.

Dissi a mio padre e mia madre che esistono certamente pescatori buoni come quello che avevo conosciuto quel giorno e che non sono tutti cattivi come dicono loro, che esagerano sempre!

Mio padre mi rispose che nel passato aveva visto molti amici sparire per colpa dell’uomo: ma ora potevamo finalmente sperare che la nostra specie possa continuare ad abitare felicemente per sempre nella nostra laguna.

 

Francesco Nulli (10 anni)

Istituto Comprensivo Don  Luigi Milani - Neghelli classe 4^ B

 

 

 

Il mistero dei pesci scomparsi

A Orbetello, nella sua laguna, a volte qualche pesce scompare, e proprio che i pesci poliziotti stanno indagando.

Un giorno un poliziotto, andando a rincorrere un pesce ladro, venne catturato anche lui, allora gli altri poliziotti decisero di andare a perlustrare la laguna e passarono sotto la diga dirigendosi verso levante, si avvicinarono a qualche rete vuota, là vicino c’era un barchino dei pescatori. Ma lo scambiarono per il battello che portava i turisti a visitare la laguna, così si allontanarono senza trovare alcun indizio. Qualche giorno dopo un pesce palla, bighellonando per la laguna, vide che i pescatori stavano pescando in mezzo alla laguna con un barchino. Subito avvisò la polizia che intervenne e scoprì che i ladri dei pesci erano i pescatori sul barchino: erano loro a calare la rete, a imprigionare e catturare i pesci!

Il mistero dei pesci scomparsi era risolto ma… il pericolo non era passato perché i pescatori, solcando le acque con il loro barchino, continuarono a pescare per sempre nella laguna di Orbetello.

 

Tobia Marconi (9 anni)

Istituto Comprensivo Don Luigi Milani di Orbetello - Scuola Primaria - Neghelli classe 3^ B

 

 

 

"Un tenero pescatore"

Un giorno un pesciolino,

nuotando pian pianino,

andò in fondo al mare

cercando da mangiare.

Scorse un bel vermetto

succulento e piccolletto.

Si avvicinò lentamente

e pensò nella sua mente:

-Ho molta voglia di gustare,

ma per farlo devo rischiare!-

Mentre il da farsi stava a pensare

prese il cibo per poi scappare.

Ma... subito si sentì tirare.

Il pescatore tirando su,

vide un pesciolino dal colore blu,

che gli disse con tremore:

-Non mi mangiare per favore!

Io sto bene nel mio mare

lasciami qui e fammi nuotare!-

Il pescatore, che vuol mangiare,

non si lascia supplicare.

A quel punto il pesciolino

si rassegna, poverino!

Con coraggio provò a scappare,

ma il pescatore non lo lasciò andare.

Il pescatore soddisfatto

se lo vide già nel piatto.

Ma un pensiero ad un tratto

Nella sua mente fa uno scatto:

-Se ti lascio pesciolino,

torni a casa piccolino

dalla mamma e i tuoi fratelli

tutti insieme, sani e belli.

Se lo guarda e se lo gira

e con tanta delicatezza

nel suo mare lo rigetta.

Con un guizzo da felino,

tornò fuori il pesciolino,

per poterlo ringraziare

e poi… via nel suo mare.

Il pescatore, in quel momento

di quel gesto fu contento.

E per questo noi diciamo:

-Divertitevi con la pesca,

ma ai pesci

NON FATE LA FESTA!!!

 

Classe 5^

Scuola Primaria di Fonteblanda - Istituto Comprensivo Statale Albinia

 

 

 

"Ritorno a mani vuote"

Io e il mio babbo siamo andati a pescare,

siamo partiti dalle Topaie

dopo aver riparato le caldaie:

ho tolto la ruggine

e poi… via a pescare un muggine.

Io lo osservo un pochino,

lo ributto in acqua

e mi ricambia con l’occhiolino.

Parto da Albinia con la canna da pesca

è artificiale l’esca,

ai bachini non voglio far male

per non sacrificare nessun animale.

E’ una bella emozione

catturare

poi rilasciare

affinché nella laguna

ogni pesce si possa preservare.

L’orata

l’abbiamo pescata

e all’acqua ridonata:

è stata molto fortunata!

Siamo ritornati alla Giannella,

ma nessun pesce in padella.

Siamo felici e per fortuna

tutti i pesci sono in laguna.

Da San Donato

a Orbetello ero andato,

ho pescato

e poi rilasciato

un’anguilla

che si chiama Priscilla.

Nella laguna di Orbetello

salutiamo le spigole dal battello,

mentre nel cielo due elicotteri

sorvolano i fenicotteri;

vola un rosa dirigibile,

con un messaggio molto visibile:

che ognuno di noi sia più sensibile,

a questa pesca sostenibile.

 

Classe 3^ B

Istituto Comprensivo Statale G. Civinini di Albinia - Scuola primaria

 

 

 

“L’amor della pesca”

Ha pescato due pesci il pescator

e li guarda con il cuor,

se tenerli o no non lo sa

ma presto lo scoprirà!

Per l’amor della pesca

li rilascerà

perché questa è la pura verità.

Non è per compassione

ma è solo per passione

che il pescator lo farà.

 

Classe 4^

Scuola Primaria di Fonteblanda - Istituto Comprensivo Statale Albinia

 

 

 

"Il senso della pesca

Pensieri… in libertà

Pesco, ricordo, immagino, sogno…"

Con la famiglia sono andata a pescare un po’ di pesci in mare.

Melany Subruzi

 

Che bello! Sono alla Tagliata a pescare con il mio fratello e con la mia mamma e con il mio babbo: ci sono tanti pesci…

Lorenzo De Maria

 

Io ho pescato un piragna però è stato facile pescalo! Ho visto la luce!!! Il piragna è un pesce luminoso.

Federico Podestà

 

Al mare ho visto un pescatore che pescava quattro pesi.

Giulia Ulanio

 

Io sono andata a vedere uno che pescava. Io ero contenta. Ero al parco dove c’è la laguna però era sporca!

Irene Brandi

 

Io sono andato al fiume con il mio fratello e il mio papà perché avevo voglia di pescare.

Giovanni Bacci

 

Il mio sogno è di pescare nel mare azzurro.

Ginevra Marfuggi

 

Io l’anno scorso sono andata in barca con gli amici di mia mamma e di mio babbo, ho fatto un tuffo e ho visto tanti pesci: mi sono divertita molto.

Sofia Abballe

 

Il mio sogno è andare a pescare al lago. Il lago è pulito e fresco ed è calmo.

Valentina Giannotti

 

Ho sognato il mio zio che pescava con il suo amico. Il mio zio era sulla barca e il suo amico in piedi sul molo.

Ester Quatraro

 

Io ho pescato un pesce nella laguna: il pesce era grande!!!!!

Jacopo Menchetti

 

Io sono andato a pescare con babbo. Che bello!!!!

Pietro Sandroni

 

Alla gara di pesca ho pescato molti pesci.

Jacopo Bianchi

 

Il mio sogno: i pesci, due rossi e due rosa, l’acqua del mare era del colore uguale alla barca, verdolino. Ero al Giglio, c’era un’acqua splendente!

Alissa Albiati

 

Io sono stato a pesca con il mio nonno.

“Nonno, hai preso qualcosa?”

“Non ancora…”

Gabriele Giustarini

 

Ho pescato con il mio babbo alla laguna e ho pescato tre pesci piccoli. Ero contenta.

Miriana Casini

 

Io ero sotto le mura e ho pescato un bel pesce.

Lorenzo Amoroso

 

Il mio sogno.

Oggi non speravo di pescare un pesce, invece l’ho pescato!!!!!!!!!

Vanessa Lucignani

 

Una domenica sono andato a pescare da Braccio e ho pescato un pesce nero.

Samuele Franceschi

 

Sogno di pescare con la mia famiglia in nave al Giglio.

Giada Lauretti

 

Oggi babbo va a pescare e vado anche io. Ieri sono andato a pesca e ho preso una spigola!!!

Diego Giusti

 

Quando sono a pesca sono contento perché vedo tanti pesci in mare.

Filippo Spaggiari

 

Nella laguna vivono tanti pesci. Io vorrei vederli tutti mentre nuotano contenti.

Samuele Di Tonno

 

Classe 1^

Scuola Primaria di Orbetello Scalo

 

 

 

"Passione-pesca"

Leonardo amava la pesca: aveva ereditato questa passione dal proprio babbo che andava sempre al fiume Albegna a prendere le cheppie. Erano pesci di alto mare che risalivano i fiumi per deporre le uova, come i salmoni. A cinque anni incominciò a pensare di diventare un pescatore: gli piaceva combattere contro il pesce guizzante che tenta di liberarsi. Una volta preso, però, aveva il desiderio di rilasciarlo per permettergli di continuare a vivere; gli sembrava che il pesce lo pregasse di rimetterlo nel suo elemento naturale.

Normalmente chi pesca lo fa per mangiare del buon pesce fresco, questo è vero, ma Leonardo era diverso, a lui piaceva solo divertirsi. Così fece un accordo con il babbo: il pesce grande era tenuto, e quelli piccoli venivano tutti rilasciati nel corso delle acque, liberi di riprendere la loro vita.

Continuando ad andare al fiume, cominciò ad apprezzare la natura: il silenzio, soprattutto, interrotto solo dal cinguettio degli uccellini, il lieve rumore della corrente che scorreva fra i sassi, il vento che faceva stormire le foglie degli alberi e le canne sulla riva.

Man mano diventò sempre più esperto, e scoprì che molto spesso i pesci andavano a nascondersi sotto alberi sommersi dalle acque di un lago che si innalzavano periodicamente. Per catturarli, quindi aveva imparato a “skippare”, cioè far rimbalzare velocemente l’esca in gomma sulla superficie dell’acqua come una piattella, e farla arrivare così fin sotto le chiome emerse degli alberi. Mentre l’esca andava a fondo, il pesce abboccava e Leonardo “ferrava”, tirando la lenza con uno strattone.

L’esca era costituita da un vermetto finto che poteva essere di vari colori e di varie dimensioni a seconda del colore dell’acqua, della profondità, del vento che tirava o del cielo, se era sereno o nuvoloso.

Quando andava al lago e l’acqua era alta tanto da arrivare alle chiome degli alberi chini sulle rive, usava un piccolo gommone chiamato “belly boat”, di un bel colore blu, che aveva una forma simile a una poltroncina dove il pescatore poteva battere i piedi con le sue pinne e spostarsi all’indietro a seconda della direzione scelta. Allora, quello era davvero un momento divertente, anche se al tempo stesso faticoso, specialmente quando il vento era forte; la soddisfazione era comunque tanta perché oltre alla pesca c’era anche il divertimento. Quando andava a dei leghi piccoli, non poteva fare il bagno per la presenza di batteri in quelle acque popolate da tanta vita animale -questa era una proibizione che lui naturalmente rispettava per la sua salute- ma quando andava ai laghi più grandi come per esempio quello di Bolsena, in quelle acque profonde e limpide poteva anche tuffarsi e nuotare liberamente, anche in mezzo ai suoi amici pesci, tanto che… avrebbe voluto forse essere un pesce anche lui!

Immedesimandosi nelle sue prede, cominciò così ad ammirarle sempre più, per come si muovevano, da soli o in branchi, per come sapevano cambiare direzione, alzarsi e inabissarsi baluginando nella luce riflessa dei raggi del sole, per come erano “abbigliati” nei modi più variopinti; iniziò anche a rispettarli sempre più e quando riusciva a prenderli tra le mani cercava di non rovinare la loro livrea di squame bagnandosele sempre accuratamente per farli scivolare.

Fu così che scelse di fare solo pesca sportiva catturando e rilasciando boccaloni, persici reali, lucci, aspi, cheppie, spigole, pesci lucertola, saraghi, barracuda, serra, lampughe, aguglie, scorfani, re di triglie, ricciole e tutti gli altri che riuscì a prendere in tanti anni di passione-pesca. E tutti -ci credete?- lo ringraziavano!

 

Classe 2^

Scuola media di Orbetello

Racconto scritto da Leonardo Carminati con l’aiuto di tutti i suoi compagni di classe

 

 

 

“L’appello”

Nella laguna di Orbetello

un grosso muggine fece l’appello,

disse a tutti i pesci

di radunarsi in branco

con un compagna o la compagna a fianco,

poi disse:

-Pesci di Ponente,

è successo qualche incidente?

-Noooo!

-Pesci di Levante,

c’è una notizia rilevante?

-Sììììì,

alcuni pesci sono stati catturati,

ma il pescatore li ha poi liberati!

Parlo per prima e sono l’orata,

mi sono impigliata nell’esca colorata,

mi hanno salpata

e boi ributtata:

sono stata beata!

Ciao! Sono l’anguilla

e sono un po’ brilla:

mi hanno pescata

e avevo paura

di diventare affumicata,

ma per fortuna mi hanno liberata…

io sono… un’anguilla fortunata!

Io sono la spigola

che nell’olio sfrigola,

ma con fantasia

mi hanno rapita

e ridato la via!

Non mi sono appiccicata

nella mano bagnata,

perché la mia pelle

non diventi ribelle

e nella sua mano

è spuntato un tulipano!

Tutti questi uomini

han voluto provare

l’emozione del catturare

per sfidare essi stessi a rispettare

nella natura il mondo animale,

affinché nel suo ambiente

si possa preservare.

 

Classe 3^ A

Istituto Comprensivo Statale G. Civinini di Albinia - Scuola primaria